Tasse sulla casa, ecco come funzionerà la nuova IUC

29.11.2013 09:26

Le prime case saranno esenti dall’IMU, ma pagheranno la Tari e la Tasi; abolita la seconda rata dell’IMU 2013 sulle prime case non di lusso

Dopo l’approvazione della Legge di Stabilità in Senato, con la comparsa della IUC, Imposta Unica Comunale, e l'abolizione della seconda rata dell’IMU 2013 sulle prime case, si delinea il nuovo scenario delle tasse sulla casa.

Per le prime case scompare l’IMU, mentre si dovranno pagare le componenti della nuova IUC legate ai servizi comunali e alla raccolta dei rifiuti.

IUC, cosa è e come funziona
La nuova IUC è composta da Imu (Imposta municipale unica), Tari (Tributo per la raccolta dei rifiuti) e Tasi (Tassa sui servizi comunali, come ad esempio trasporti e illuminazione).

Le prime case, a eccezione di case di lusso, ville e castelli, rientranti nelle categorie catastali A1, A8 e A9, non pagheranno l’Imu, ma dovranno invece corrispondere la Tari, commisurata ai metri quadri dell’immobile o ai rifiuti prodotti, e la Tasi.

Sulle abitazioni principali l’aliquota base della Tasi è stata fissata all’1 per mille, ma i Comuni possono aumentarla fino al 2,5 per mille o diminuirla fino ad azzerarla grazie ad uno stanziamento di 500 milioni di euro previsto dalla Legge di Stabilità.

La Tasi deve essere pagata sia dal possessore sia dall’utilizzatore dell’immobile. Ciò significa che sono chiamati all’esborso anche gli inquilini, che verseranno però un importo oscillante tra il 10% e il 30% del totale.

Le detrazioni sulla Tasi non sono regolate sul numero dei figli conviventi, come accadeva con l’Imu, ma sul grado di utilizzazione dei servizi comunali. Potrà pagare meno chi soggiorna nell’abitazione (ad esempio casa al mare) solo pochi mesi all’anno, chi risiede all’estero per più di sei mesi o chi abita da solo.

Per il pagamento della Tasi sono previste quattro rate: 16 gennaio 16 aprile, 16 luglio e 16 ottobre. Restano invece invariate, a giugno e dicembre, le tempistiche dell’Imu per seconde case e altri immobili.

Abolita la seconda rata dell’IMU 2013 sulle prime case

Il Consiglio dei Ministri riunitosi ieri pomeriggio ha approvato l’abolizione della seconda rata dell’IMU 2013 sulle prime case non di lusso. Dovranno invece pagare la rata di dicembre gli immobili classificati nelle categorie A/1, A/8, A/9.

È stata decisa, inoltre, l’esenzione totale dal pagamento della seconda rata dell’IMU agricola per i fabbricati rurali e per gli imprenditori agricoli professionali relativamente ai terreni. Con questo provvedimento, lo Stato rinuncia a un gettito previsto di circa 2 miliardi e 150 milioni di euro, che sarà compensato tramite acconti e aumenti d’imposta a carico del settore finanziario e assicurativo.

Il confronto tra Imu e Tasi
La Cgia Mestre ha fatto una serie di proiezioni per capire se, col nuovo sistema di tasse, i proprietari di prima casa pagheranno di più rispetto al 2012, anno dell’entrata in vigore dell’Imu.

Nel primo scenario, la Cgia Mestre ha ipotizzato che i Comuni destinino i 500 milioni di euro messi a disposizione dalla Legge di Stabilità per rimodulare la Tasi su tutti i 19,7 milioni di abitazioni principali. Se venisse messa in pratica questa decisione, per ogni abitazione ci sarebbe uno sconto di 26 euro e la Tasi si rivelerebbe più gravosa dell’Imu, soprattutto in presenza di figli. Ricordiamo infatti che l'Imu prevedeva una detrazione di 200 euro più 50 euro per ogni figlio convivente. Si tratta comunque di un’ipotesi semplicistica, perché già oggi ogni Comune può decidere di destinare le risorse a disposizione a favore dei nuclei familiari con redditi bassi o di usare come criterio di valutazione il numero di figli a carico o il valore dell’abitazione.

Nel secondo scenario ipotizzato, invece, sia l'Imu sia la Tasi danno diritto alla detrazione di 200 euro più 50 euro per ogni figlio convivente. In questo caso la Tasi avrebbe un peso minore dell’Imu dato che l'aliquota Tasi può arrivare al massimo al 2,5 per mille, mentre l'aliquota media Imu registrata nel 2012 si è attestata al 4,4 per mille. In realtà si tratta di un’ipotesi non realistica perchè non tiene conto del fatto che la detrazione per i figli conviventi era stata stabilita solo per il 2012 e il 2013.

Articolo di Paola Mammarella

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